venerdì 1 luglio 2016

Samuel Gawith Chocolate Flake VS Gawith & Hoggarth Bob's Chocolate Flake

Nel post di oggi voglio trattare due tabacchi quantomeno interessanti, un po' per le loro caratteristiche, ma anche per la "storia" che hanno avuto e che hanno attualmente all'interno dei miei gusti in materia di fumo.

Inizio precisando che il primo dei due, il Chocolate Flake della Samuel Gawith (d'ora in avanti SG) ho avuto modo di provarlo circa un anno fa, incuriosito da una chiaccherata con un amico, dove gli esponevo il fatto che non comprendevo la logica di un tabacco "cioccolatoso" all'interno di una produzione come SG, che sforna prodotti uno meglio dell'altro (salvo rari casi di aromatizzati appestanti da tedescone in spiaggia); e in quell'occasione egli ebbe a dirmi che contrariamente a quanto erroneamente credevo, il Chocolate Flake NON SA di cioccolato, bensì è una "semi-EM" arricchita di un flavouring al cacao, che come nel caso del Bothy Flake (di cui ho già parlato su questo Blog) completa il bouquet di aromi, senza essere invasivo, e soprattutto, senza sapere solo di quello.
Appresa questa sostanziale differenza generata più da un pregiudizio che non da un'effettiva prova del tabacco in questione, decisi di comprarne una latta per sentire se poteva incontrare il mio gusto, e una volta aperta compresi immediatamente quello che mi aveva saggiamente consigliato il mio amico: il flake si presenta compatto, umido fino all'esasperazione come da tradizione SG, scuro con leggerissime venature più chiare.
Il profumo che si avverte all'apertura della latta rimanda subito ad una EM, ma il latakia qui non la fa da padrone, come già detto è un tabacco più complesso, dalle molteplici sfaccettature, che in fumata regala un gusto totalmente inaspettato; non si avverte tuttavia nemmeno un'aroma di cacao, abilmente amalgamato nell'insieme.
Il modo in cui preferisco caricarlo è quello dello sbriciolamento del flake fra i palmi delle mani, operazione che restituisce un trinciato molto fine, comodo da caricare e da fumare; l'accensione è come tutti i SG un po' macchinosa per i neofiti dei tabacchi della casa di Kendal, ma la cosa può essere risolvibile "areando" un pò il trinciato prima di fumarlo.
Durante la fumata, che ricorda veramente quella del Bothy Flake, il sapore che si avverte è una piacevole mediazione fra i componenti (Burley/Latakia/Virginia/Cocoa Flavour) dove nessuno predomina sull'altro, nel complesso il sapore è tendente all'amaro, con un retrogusto piacevole dato proprio dall'aroma di cacao.

Passando invece all'altro tabacco di questo post, il Bob's Chocolate Flake di Gawith & Hoggarth (d'ora in avanti GH), è un tabacco che ho avuto modo di provare solo recentemente, dopo una veloce incursione in Svizzera, a Chiasso; proprio per questo motivo, avendo rimediato solo ora il Bob's, ho aspettato per realizzare questo post di confronto.
Rispetto al SG questo tabacco è diametralmente opposto: si presenta sotto forma di Rubbed Flake, molto più chiaro, dal taglio più grosso, e dall'aroma assolutamente più dolce; qui contrariamente al Chocolate flake di SG la nota di cacao é chiaramente avvertibile, fin dall'apertura della tin, inoltre il tabacco essendo un ready rubbed risulta molto più comodo da lavorare fra le mani, ed immediatamente pronto per essere caricato.
Ho notato in diverse fumate e a latta quasi ultimata che é un tabacco che chiede una carica leggera, poco pressata.
Sebbene anche il Bob's provenga da Kendal, e sia tradizione sfornare tabacchi umidi (specie ora che le due aziende si sono fuse in una), quest'ultimo si presenta più asciutto del corrispondente di SG e risulta dunque più facile l'accensione e la fumata.
Per quanto concerne il gusto la provenienza di casa GH si sente molto: la nota saponata alla base del flavouring comune a tutti i tabacchi di questo marchio, come l'Ennerdale (anche se decisamente più estremo), qui però incontra l'aromatizzazione al cacao, anche se molto più dolce e presente nell'insieme.
Rispetto al Chocolate Flake qui il flavouring non é una nota d'insieme, ma il gusto principale che salta al palato fin dalle prime boccate, e rimane pressoché inalterato fino a fumata conclusa; tuttavia non risulta stomachevole o "effetto panettone", ma un ottimo connubio fra il gusto dei tabacchi impiegati (Burley/Latakia/Virginia).
C'è da segnalare inoltre che il Latakia qui è presente in quantità omeopatiche, ed é veramente difficile  avvertirlo in fumata.
In definitiva entrambi i tabacchi sono ognuno a modo suo interessanti e particolari nel gusto: l'accostamento che mi viene automatico formulare é quello che vede il Chocolate Flake di SG come cioccolato fondente, mentre il Bob's Chocolate Flake di GH come cioccolato al latte; entrambi partono dal medesimo concetto per arrivare tuttavia a risultati diametralmente opposti.
Come al solito segnalo che mentre il SG é reperibile in Italia, il GH ancora purtroppo é appannaggio dei cugini elvetici; non é detto che in futuro, proprio a causa della fusione delle due aziende avvenuta recentemente, i tabacchi di GH non possano arrivare finalmente anche in Italia.



domenica 15 novembre 2015

Holmes (1854/†1891?)


Ho deciso di iniziare con questo fumetto la serie di articoli riguardanti il mondo di Sherlock Holmes, avendo apprezzato particolarmente il modo in cui la storia si articola attraverso i vari capitoli, così come l'ambientazione, la cura nei dettagli, i disegni.
Questa Graphic Novel francese è frutto dalla mente di due autori, Luc Brunschwig e Cecil, rispettivamente scrittore e disegnatore, i quali creano una storia parallela al canone classico, attingendone però le caratteristiche peculiari e miscelandole per creare una trama innovativa e assolutamente originale.
La storia ha inizio successivamente ai fatti di Reichenbach, Sherlock Holmes è morto trascinando con sé nel baratro della cascata il Professor Moriarty, genio del crimine internazionale, "Napoleone del Crimine" come lo aveva definito Holmes stesso, e Watson non riesce a comprendere il perché di questo folle gesto; a peggiorare la situazione vi è anche Mycroft, che definisce la morte a Reichenbach un semplice suicidio del fratello, incapace di sostenere ulteriormente il deperimento delle sue facoltà mentali a causa delle droghe.
Ovviamente Watson, compagno di avventure e biografo di Holmes rigetta questa teoria, e decide di partire per l'Europa con la moglie Mary per far luce sulla vicenda, scoprendo verità nascoste sulla famiglia Holmes e finendo inevitabilmente al centro di un'ennesima avventura fatta di indizi da raccogliere e teorie da sviluppare.
Ciò che mi ha colpito particolarmente di quest'opera tuttora in corso è la capacità degli autori nel rendere il tutto assolutamente compatibile con le atmosfere che si avvertono nei libri di Arthur Conan Doyle, la cura nel dipanare una trama per niente scontata, peraltro su uno dei punti più delicati della vita del celebre detective, senza cadere in ovvietà, cliché o "deja-vu"; la lettura di questa graphic novel è assolutamente piacevole, specialmente per gli appassionati dell'opera di Doyle, e ci si trova in poco tempo ad aver "divorato" i pochi volumi finora editi, con una curiosità crescente in cosa riserveranno quelli a venire.
Proprio qui sta la nota dolente, ovvero la disponibilità: io ho conosciuto questa serie l'anno scorso in occasione del Lucca Comics & Games, dove per fortuna la mia ragazza mi ha indicato questi due piccoli volumi seminascosti in mezzo ad un grande stand, dopodiché ho atteso un anno intero, tampinando la fumetteria dove mi rifornisco alla ricerca di informazioni, che purtroppo non arrivarono mai, almeno fino a pochi giorni fa, quando "scartabellando" su internet ho trovato notizie sul volume 4 (in Italia il primo volume contiene i capitoli 1&2, mentre all'estero sono separati), recentemente pubblicato in Francia, e attualmente in fase di traduzione in Italia, con l'arrivo nelle fumetterie previsto per Dicembre (anche se ammetto che è una stima molto ottimistica datami dalla casa editrice italiana).
Questo enorme ritardo (il primo volume è datato 2006) è dovuto dalle difficoltà della casa editrice Futuropolis, che a fine 2006 sospende la "collezione 32", il secondo volume esce poi nel 2008, il terzo nel 2012 e ora, a 9 anni dall'esordio viene pubblicato il volume 4, auspicando che la serie possa continuare fino alla sua conclusione, programmata in 9 volumi.
Consiglio questa serie a chiunque sia appassionato di Sherlock Holmes e di fumetti in genere, magari accompagnando la lettura con una buona pipa; mi permetto inoltre di consigliare due tabacchi, particolarmente adatti al contesto: prodotti dall'americana McClelland, per la serie "221B", ovvero il Black Shag e l'Arcadia.
Il primo è un Virginia Stoved, molto scuro, dal taglio "shag", ovvero sottile, molto facile da caricare e dalla combustione ottima, di sapore deciso, forte, mentre il secondo è una rivisitazione molto buona del tabacco da pipa "Arcadia", il medesimo fumato da John H.Watson, una English Mixture molto bilanciata, dove il Latakia è avvertibile ma contestualizzato alla perfezione nell'aroma complessivo della fumata.
Esiste anche un terzo tabacco della serie, il McClelland Honeydew, che purtroppo non ho ancora avuto la fortuna di poter assaggiare.



Non mi resta che augurare a tutti una buona lettura e buone fumate.












lunedì 2 novembre 2015

Capstan Navy Cut Blue Vs. Dunhill Flake & Corn Cob Stem

Quella che state per leggere è una recensione multipla, in quanto parlerò di due tabacchi molto buoni, ma anche della pipa e dell'accessorio ad essa abbinato che molto bene si sposano col sapore di questi due Virginia.
Iniziamo con ordine: le due latte in questione sono rispettivamente una di Capstan Navy Cut Blue della vecchia produzione, e l'altra di Dunhill Flake, entrambi virginia puri, ma con sostanziali differenze.


Come ho già detto, entrambi i flake sono composti da Virginia, entrambi si presentano molto dolci e leggeri, tuttavia possono essere differenziati per caratteristiche peculiari:
Va detto inoltre che la latta di Capstan risale indicativamente a 8-9 anni fa, quindi il tabacco al suo interno ha avuto modo di maturare; durante l'invecchiamento infatti i virginia, carichi di zuccheri fermentano,  ammorbidendosi di sapore, perdendo la nota acidula tipica delle nuove latte e bilanciando di più gli aromi in fumata, propendendo decisamente per una resa più dolce.
Le due fette a Confronto: Capstan a Sx, Dunhill Flake a Dx.


Già visivamente la differenza è palese, il Capstan si presenta più scuro (anche per via dell'invecchiamento), mentre il Dunhill Flake risulta più chiaro e compatto; anche il taglio è diverso, spesso per il Capstan, sottile per il Dunhill.

Per la fumata ho scelto una pipa in pannocchia (o Corn Cob che dir si voglia), al quale ho sostituito il bocchino con uno in Metacrilato, con innesto a Flock che ho acquistato presso la Tabaccheria Del Corso di Rimini, vi consiglio di andare a darci un'occhiata, in quanto trovo che migliori decisamente la fumata per quanto riguarda comodità al dente e tiraggio.
Ne esistono due versioni, ovvero dritto e curvo, in differenti colorazioni, ovvero nero, bianco e giallo.
Potete trovare maggiori informazioni su questi bocchini per pannocchie presso il sito della Tabaccheria Del Corso.



Devo dire che possedevo già una pannocchia prima di prendermi questa, e ricordo di averla fumata molto poco, in quanto la trovavo scomoda, il bocchino in plastica con cui sono fornite presenta un foro spropositato, che fa passare troppo fumo e scalda prematuramente il tabacco, regalando fumate amare o molto umide, insomma, il contrario di quello che dovrebbe essere una buona fumata; ho apprezzato invece questo accessorio in quanto il foro d'aspirazione è esattamente della misura dei classici da pipa in radica, e questo si ripercuote positivamente sul tiraggio in fumata: la pipa così scalda pochissimo e il fumo arriva fresco in bocca, saporito e mai amaro, anzi, la caratteristica principale delle pannocchie ovvero la resa dolce dei tabacchi in esse fumati, si evidenzia ancora di più con i Virginia, rendendoli semplicemente sublimi.

Tornando ai due tabacchi di cui sopra, ho caricato ognuno di essi nella Corn Cob al fine di coglierne le differenze in fumata, i sapori e gli aromi che sviluppano, e devo dire di esserne rimasto pienamente soddisfatto: se qualcuno mi avesse chiesto a fine fumata quale preferisco non avrei saputo sinceramente come rispondergli, poiché per quanto simili siano questi due tabacchi, regalano gusti e sensazioni diversi in fumata.

Partendo dal Capstan Navy Cut Blue: una volta lavorata fra le mani la fetta vengono fuori i filamenti di tabacco abbastanza scuro (vedi sopra, causa invecchiamento), ma tuttavia già abbastanza bruno a confezione nuova, e il profumo che si avverte è distintamente di fieno, molto profumato e piacevole;
per il caricamento non occorre preoccuparsi, una leggera pressione non eccessiva rende la fumata perfetta.
in fumata il Capstan è sorprendente: parte saporito, e appena si stabilizza l'accensione arriva la nota dolce che caratterizza tutta la prima metà fumata, ma giunti a metà al dolce si aggiunge una nota di tostatura, molto gradevole ed equilibrata, fino alla fine della fumata, dove il sapore giunge al massimo e regala una chiusura eccezionale; l'intera fumata rimane dolce, ma il sapore evolve, diventa più complesso ed è interessante compiere lievi boccate per stabilire che sapori si stanno manifestando in fumata.
Se acquisterete (o se possedete già) una latta nuova, il sentore di fieno sarà più marcato, e in fumata sarà più avvertibile una nota saporita e lievemente acidula; tengo però a precisare che questo tabacco è ottimo una volta invecchiato di qualche anno, almeno 4-5, quindi consiglio a tutti una volta assaggiato "fresco" di acquistarne un po' da destinare a tale scopo.

Per quanto riguarda il Dunhill Flake, è tutto un'altro mondo: aperta la latta il profumo è dolce, molto dolce, quasi con note di agrumi; la lavorazione fra le mani è semplicissima, e il tabacco risulta molto filamentoso, più simile ad una mixture che non ad un flake rubbed, comodissimo per essere caricato senza problemi.
L'accensione è immediata, in quanto il tabacco possiede un'insolita umidità ideale, e la fumata prosegue senza intoppi fino alla fine, scaldando relativamente; i sapori che si sviluppano in questo caso sono meno differenziati rispetto al Capstan, il Dunhill "evolve" meno in fumata, restando stabile come gusto.
L'aggettivo principale che gli conferirei è "Dolce", caratteristica subito avvertibile dalle prime boccate, perdura uniformemente fino a termine fumata, pur venendo lievemente messa in ombra dal sapore che verso fine fumata tende ad aumentare di corpo, come normalmente accade, pur lasciando il gusto dolce e fruttato.
Di sicuro nutro ottime aspettative nei confronti di questo tabacco una volta che sarà invecchiato, in quanto già da "fresco" presenta ottime credenziali; ne ho già destinate 3 latte a questo scopo, sperando di resistere alla tentazione di fumarmeli prima del tempo prestabilito.

In conclusione: Questi due tabacchi sono veramente eccezionali, differenti per gusto e molto caratteristici, di essi purtroppo solo il Capstan è reperibile in Italia, ma auspico che in futuro l'importazione dei Dunhill già presenti in territorio si espanda anche a questo ed altri tabacchi (come ad esempio il DeLuxe Navy Rolls).
L'accoppiata Capstan-Corn Cob regala una fumata dolce, piacevole e soddisfacente, con un occhio di riguardo al portafoglio (le pannocchie rendono perfettamente e sono più economiche della radica); consiglio dunque a tutti coloro che non hanno mai assaggiato questo tabacco di provarlo, magari proprio con una pannocchia.
 









domenica 1 novembre 2015

St.James Plug: il "mattone" della Louisiana

Mi era già capitata l'occasione di provare il St. James Flake, un interessante connubio fra Virginia e Perique prodotto in casa Samuel Gawith, ma di recente ho messo le mani su 250g di St.James Plug, un mattone bello denso e compatto, un "Lardo di Colonnata" dei tabacchi, insomma, una delizia per occhi e palato.
Superata l'iniziale tentazione di prenderlo a morsi, ho deciso per un taglio sottile, meno della metà dei flake Samuel Gawith classici (che per inciso sono uno diverso dall'altro, ma questa è un'altra storia), e già solo l'atto del taglio vale il gusto di prendersi questa meraviglia: di preciso non so paragonarlo ad altro materiale, ma la sensazione di affondare il coltello e vedere la fetta staccarsi è impagabile.

Per tale uso ho optato per un semplicissimo e comodissimo Opinel n.9, grande abbastanza per le mie manazze, comodo e non ingombrante, non costa una follia (15€ qui a San Marino, altrove non so), la lama taglia in maniera impeccabile, insomma, fa egregiamente il suo lavoro.

Creata la fetta, (cosa molto comoda, perché il restante tabacco rimane compatto e umido al punto giusto, non come il flake che poi va Bormiolizzato altrimenti secca), ho iniziato a lavorarla con le mani, constatando che a differenza dei flake qui non emergono troppi filamenti, il tabacco rimane "granuloso", pur non inficiando affatto la fumata.
Per la pipa ho optato per una semplice Corn Cob (pannocchia), caricamento a pressione minima, quasi solo a caduta aggiustandone la posizione con dei colpetti laterali.

Con un po' di fortuna l'accensione è abbastanza semplice, chiaramente occorre tenere conto dell'umidità del tabacco, ma se la fetta creata è sottile, il tabacco brucerà semplicemente.
In fumata è totalmente diverso dal St.James Flake, il Perique emerge di più, e il Virginia sprigiona una dolcezza inimmaginabile; contrariamente a quanto pensavo prima di provarlo, se tagliato sottile si riesce ad evitare il classico problema dell'umidità dei SG, e la fumata procede tranquilla e fresca.

Rispetto all'omonimo Flake questo tabacco risulta come sapore molto più simile al Dunhill DeLuxe Navy Rolls (di cui ho  già accennato un metodo alternativo di caricamento da me sviluppato), è meno aggressivo, più fresco e speziato pur rimanendo dolce e piacevole per tutta la fumata.
Altra variante interessante che offre il Plug è la possibilità di "scubettare", ovvero tagliare a sua volta la fetta nel verso opposto alla venatura del tabacco, così da scomporlo in piccoli cubetti da caricare a caduta nella pipa, rendendo la fumata più intensa di sapore.

Questo piccolo gioiello purtroppo non arriva in Italia, ma una capatina in Svizzera può togliervi "facilmente" questo sfizio.



giovedì 29 ottobre 2015

Dunhill DeLuxe Navy Rolls - Caricamento "A Barilotto"

Da fumatore abituale di English Mixtures, a volte trovo necessario staccare dal gusto del latakia, e una delle alternative che prediligo sono le miscele VaPer (Virginia-Perique).
Trovo squisito un tabacco in particolare, ovvero il Dunhill DeLuxe Navy Rolls.
Inutile dire che questa prelibatezza non arriva in Italia, ma le occasioni di visita all'estero mi hanno permesso di accumulare un po' di latte per diverso tempo.
Per chi non lo avesse mai provato, il Navy Rolls si presenta in rondelle, ricavate da un "roll cake" tagliato a fette: 
Già alla prima apertura della latta mi venne in mente un'idea apparentemente folle, ma se non altro particolare: ridurre il diametro della rondella nella misura adatta a occupare il fornello della pipa, formando una sorta di "tappo" da accendere uniformemente, come il piede di un sigaro.
Il metodo funzionò bene, la fumata procedette liscia e uniforme, ma ancora mancava qualcosa a questo tipo di caricamento, il fondo infatti, riempendosi di umori del tabacco risultava difficile da bruciare uniformemente, costringendo a riaccensione e relativa perdita di sapore del tabacco.
Così pensai di aggiungere anche una seconda rondella sul fondo, dal diametro inferiore, leggermente sollevata in modo da lasciare un piccolo spazio vuoto sul fondo del fornello; infine sopra alla rondella superiore aggiunsi una "miccia" di tabacco sbriciolato finemente per ovviare alla iniziale difficoltà di accendere la rondella superiore uniformemente.
Da quel momento le fumate migliorarono esponenzialmente, il tabacco bruciava uniforme (complice anche la sua scarsa umidità), lasciando una cenere bianca e vaporosa fino al termine della fumata, senza bisogno di riaccensioni o correzioni in corsa; addirittura se il caricamento è stato fatto correttamente e la fumata non ha causato problemi, il solo ribaltamento della pipa unito a qualche leggero colpetto con le dita può far fuoriuscire l'intero contenuto combusto della pipa una volta finita la fumata.
Quando ho proposto questo metodo a diversi miei amici inizialmente mi son sentito dare del fuori di testa, e in parte comprendo la loro idea iniziale; tuttavia dopo averlo provato anch'essi mi hanno confermato le medesime sensazioni che avevo sperimentato in fumata; spesso la pipa necessita di una seppur minima dose di "controllo" durante la combustione del tabacco, pareggiamenti con il pigino, correzioni dell'andatura del braciere, riaccensioni, ecc. per far sì che la fumata prosegua uniforme e senza intoppi: con questo metodo spesso mi dimentico della pipa, magari mentre sto guardando un film o leggendo un libro, lei semplicemente "va", fino a che ad un certo punto semplicemente il tabacco da bruciare si esaurisce e la fumata termina.
Le due rondelle, e quella inferiore in particolare poi, agiscono anche come una sorta di "avviso", in quanto ancora integre cambiano lievemente il tiraggio una volta in combustione: terminata la miccia superficiale ed esempio, la seconda rondella si dilata leggermente (occhio quindi a tenerla più piccola del diametro del fornello), donando una resistenza al tiraggio leggera ma utilissima alla combustione; parimenti la prima rondella sul fondo raccoglie gli umori della fumata, donando un finale ricco di sapore ma mai umido o stomachevole.
Questo metodo è leggermente macchinoso, rispetto al semplice caricamento del tabacco rubbed, ma dona una fumata decisamente diversa e piacevole, che consiglio a tutti quelli che possiedono e fumano questa particolare miscela.

Fatemi sapere se deciderete di provare questo particolare caricamento, allego uno schema semplice e intuitivo per capire in soldoni come è strutturato.


P.S. non ho ancora avuto modo di provarlo con l'Escudo, anche se presumo che si comporti esattamente allo stesso modo, essendo il Navy Rolls praticamente identico in termini di conformazione.

mercoledì 28 ottobre 2015

Sapori dalle Highlands

Sono tornato di recente da un viaggio a Praga, e sotto consiglio di un amico ho voluto provare questo nuovo tabacco di Samuel Gawith, il "Bothy Flake".
Creato appositamente per il Kearvaig Pipe Club, reca la sede del suddetto club in etichetta, il quale si trova all'estremo nord delle Highlanders scozzesi, luogo che mi sono ripromesso di visitare in futuro. 
Il tabacco si presenta in flake compatti e scuri, dallo spessore variabile (in piena tradizione SG) e dal profumo avvolgente: la composizione dichiarata è Virginia, Latakia e aromatizzazione al Whisky delle Highlands.
Come tutti i tabacchi di questo marchio, esce dalla tin umidissimo, ed è consigliabile una volta lavorato fra le mani lasciarlo riposare un po' prima di caricare la pipa; una volta acceso però rivela un corpo sorprendente, il Latakia è presente, avvertibile ma non copre troppo la dolcezza del Virginia, e l'aroma di whisky è una nota di sottofondo, che però smorza efficacemente la pesantezza che il tabacco da solo potrebbe sviluppare (il Commonwealth ad esempio è unicamente Virginia e Latakia, anche se in altre proporzioni probabilmente).
La fumata prosegue fresca, abbastanza lineare, dolce nella prima metà e mano a mano più corposa e decisa nella seconda metà, ma senza mai diventare amara. 
Per certi versi mi sento di paragonare questo tabacco al Chocolate Flake, in quanto entrambi mantengono una base di Virginia e Latakia, ma è l'aromatizzazione a renderli ciò che sono, senza snaturarli, ma al contrario completando il bouquet di sapori che i tabacchi contenuti già sviluppano in fumata.
Anche se difficilmente reperibile, questo tabacco è importato in Italia da Gennaio 2015, consiglio quindi agli amanti delle English Mixtures di provarlo.

martedì 27 ottobre 2015

Uno Studio In Rosso

Le casualità della vita sono parecchie, e quella dell'apertura di questo blog ne fa sicuramente parte; nato come un blog personale diversi anni fa (non ricordo più nemmeno quanti) con diverso nome e con zero contenuti, venne presto abbandonato al suo tristo destino, almeno fino a quando, giorni fa mi è venuto in mente di voler aprire un blog tutto mio.
Superata la sorpresa nel constatare di possederne già uno, dopo una "spolverata" generale e un cambio d'aria stantia ho deciso di buttare giù le prime righe di questa pagina spiegando proprio il modo in cui è stata ri-aperta.
Innanzi tutto il nome: essendo un appassionato di Sherlock Holmes e un fumatore di pipa mi è parso chiaro sin dal principio che il blog avrebbe dovuto omaggiare il personaggio di A.C.Doyle, e il luogo simbolo ricade proprio sull'appartamento al 221B di Baker Street, a Londra.
Così come il titolo di questo post: "Uno Studio In Rosso" è il titolo della prima avventura di Holmes e Watson, pubblicato nel 1887, e ritengo interessante partire così con questo mio nuovo blog.
Gli argomenti spazieranno fra articoli inerenti al mondo della pipa, ai tabacchi in essa fumati, alle curiosità e alle esperienze di fumo, così come al mondo del celebre detective, oggi più che mai vivo e vegeto nelle migliaia di rappresentazioni cartacee, televisive, su pellicola e perché no, anche videoludiche.
Non mi resta che salutarvi e augurarvi buona permanenza.

Elia