domenica 15 novembre 2015

Holmes (1854/†1891?)


Ho deciso di iniziare con questo fumetto la serie di articoli riguardanti il mondo di Sherlock Holmes, avendo apprezzato particolarmente il modo in cui la storia si articola attraverso i vari capitoli, così come l'ambientazione, la cura nei dettagli, i disegni.
Questa Graphic Novel francese è frutto dalla mente di due autori, Luc Brunschwig e Cecil, rispettivamente scrittore e disegnatore, i quali creano una storia parallela al canone classico, attingendone però le caratteristiche peculiari e miscelandole per creare una trama innovativa e assolutamente originale.
La storia ha inizio successivamente ai fatti di Reichenbach, Sherlock Holmes è morto trascinando con sé nel baratro della cascata il Professor Moriarty, genio del crimine internazionale, "Napoleone del Crimine" come lo aveva definito Holmes stesso, e Watson non riesce a comprendere il perché di questo folle gesto; a peggiorare la situazione vi è anche Mycroft, che definisce la morte a Reichenbach un semplice suicidio del fratello, incapace di sostenere ulteriormente il deperimento delle sue facoltà mentali a causa delle droghe.
Ovviamente Watson, compagno di avventure e biografo di Holmes rigetta questa teoria, e decide di partire per l'Europa con la moglie Mary per far luce sulla vicenda, scoprendo verità nascoste sulla famiglia Holmes e finendo inevitabilmente al centro di un'ennesima avventura fatta di indizi da raccogliere e teorie da sviluppare.
Ciò che mi ha colpito particolarmente di quest'opera tuttora in corso è la capacità degli autori nel rendere il tutto assolutamente compatibile con le atmosfere che si avvertono nei libri di Arthur Conan Doyle, la cura nel dipanare una trama per niente scontata, peraltro su uno dei punti più delicati della vita del celebre detective, senza cadere in ovvietà, cliché o "deja-vu"; la lettura di questa graphic novel è assolutamente piacevole, specialmente per gli appassionati dell'opera di Doyle, e ci si trova in poco tempo ad aver "divorato" i pochi volumi finora editi, con una curiosità crescente in cosa riserveranno quelli a venire.
Proprio qui sta la nota dolente, ovvero la disponibilità: io ho conosciuto questa serie l'anno scorso in occasione del Lucca Comics & Games, dove per fortuna la mia ragazza mi ha indicato questi due piccoli volumi seminascosti in mezzo ad un grande stand, dopodiché ho atteso un anno intero, tampinando la fumetteria dove mi rifornisco alla ricerca di informazioni, che purtroppo non arrivarono mai, almeno fino a pochi giorni fa, quando "scartabellando" su internet ho trovato notizie sul volume 4 (in Italia il primo volume contiene i capitoli 1&2, mentre all'estero sono separati), recentemente pubblicato in Francia, e attualmente in fase di traduzione in Italia, con l'arrivo nelle fumetterie previsto per Dicembre (anche se ammetto che è una stima molto ottimistica datami dalla casa editrice italiana).
Questo enorme ritardo (il primo volume è datato 2006) è dovuto dalle difficoltà della casa editrice Futuropolis, che a fine 2006 sospende la "collezione 32", il secondo volume esce poi nel 2008, il terzo nel 2012 e ora, a 9 anni dall'esordio viene pubblicato il volume 4, auspicando che la serie possa continuare fino alla sua conclusione, programmata in 9 volumi.
Consiglio questa serie a chiunque sia appassionato di Sherlock Holmes e di fumetti in genere, magari accompagnando la lettura con una buona pipa; mi permetto inoltre di consigliare due tabacchi, particolarmente adatti al contesto: prodotti dall'americana McClelland, per la serie "221B", ovvero il Black Shag e l'Arcadia.
Il primo è un Virginia Stoved, molto scuro, dal taglio "shag", ovvero sottile, molto facile da caricare e dalla combustione ottima, di sapore deciso, forte, mentre il secondo è una rivisitazione molto buona del tabacco da pipa "Arcadia", il medesimo fumato da John H.Watson, una English Mixture molto bilanciata, dove il Latakia è avvertibile ma contestualizzato alla perfezione nell'aroma complessivo della fumata.
Esiste anche un terzo tabacco della serie, il McClelland Honeydew, che purtroppo non ho ancora avuto la fortuna di poter assaggiare.



Non mi resta che augurare a tutti una buona lettura e buone fumate.












lunedì 2 novembre 2015

Capstan Navy Cut Blue Vs. Dunhill Flake & Corn Cob Stem

Quella che state per leggere è una recensione multipla, in quanto parlerò di due tabacchi molto buoni, ma anche della pipa e dell'accessorio ad essa abbinato che molto bene si sposano col sapore di questi due Virginia.
Iniziamo con ordine: le due latte in questione sono rispettivamente una di Capstan Navy Cut Blue della vecchia produzione, e l'altra di Dunhill Flake, entrambi virginia puri, ma con sostanziali differenze.


Come ho già detto, entrambi i flake sono composti da Virginia, entrambi si presentano molto dolci e leggeri, tuttavia possono essere differenziati per caratteristiche peculiari:
Va detto inoltre che la latta di Capstan risale indicativamente a 8-9 anni fa, quindi il tabacco al suo interno ha avuto modo di maturare; durante l'invecchiamento infatti i virginia, carichi di zuccheri fermentano,  ammorbidendosi di sapore, perdendo la nota acidula tipica delle nuove latte e bilanciando di più gli aromi in fumata, propendendo decisamente per una resa più dolce.
Le due fette a Confronto: Capstan a Sx, Dunhill Flake a Dx.


Già visivamente la differenza è palese, il Capstan si presenta più scuro (anche per via dell'invecchiamento), mentre il Dunhill Flake risulta più chiaro e compatto; anche il taglio è diverso, spesso per il Capstan, sottile per il Dunhill.

Per la fumata ho scelto una pipa in pannocchia (o Corn Cob che dir si voglia), al quale ho sostituito il bocchino con uno in Metacrilato, con innesto a Flock che ho acquistato presso la Tabaccheria Del Corso di Rimini, vi consiglio di andare a darci un'occhiata, in quanto trovo che migliori decisamente la fumata per quanto riguarda comodità al dente e tiraggio.
Ne esistono due versioni, ovvero dritto e curvo, in differenti colorazioni, ovvero nero, bianco e giallo.
Potete trovare maggiori informazioni su questi bocchini per pannocchie presso il sito della Tabaccheria Del Corso.



Devo dire che possedevo già una pannocchia prima di prendermi questa, e ricordo di averla fumata molto poco, in quanto la trovavo scomoda, il bocchino in plastica con cui sono fornite presenta un foro spropositato, che fa passare troppo fumo e scalda prematuramente il tabacco, regalando fumate amare o molto umide, insomma, il contrario di quello che dovrebbe essere una buona fumata; ho apprezzato invece questo accessorio in quanto il foro d'aspirazione è esattamente della misura dei classici da pipa in radica, e questo si ripercuote positivamente sul tiraggio in fumata: la pipa così scalda pochissimo e il fumo arriva fresco in bocca, saporito e mai amaro, anzi, la caratteristica principale delle pannocchie ovvero la resa dolce dei tabacchi in esse fumati, si evidenzia ancora di più con i Virginia, rendendoli semplicemente sublimi.

Tornando ai due tabacchi di cui sopra, ho caricato ognuno di essi nella Corn Cob al fine di coglierne le differenze in fumata, i sapori e gli aromi che sviluppano, e devo dire di esserne rimasto pienamente soddisfatto: se qualcuno mi avesse chiesto a fine fumata quale preferisco non avrei saputo sinceramente come rispondergli, poiché per quanto simili siano questi due tabacchi, regalano gusti e sensazioni diversi in fumata.

Partendo dal Capstan Navy Cut Blue: una volta lavorata fra le mani la fetta vengono fuori i filamenti di tabacco abbastanza scuro (vedi sopra, causa invecchiamento), ma tuttavia già abbastanza bruno a confezione nuova, e il profumo che si avverte è distintamente di fieno, molto profumato e piacevole;
per il caricamento non occorre preoccuparsi, una leggera pressione non eccessiva rende la fumata perfetta.
in fumata il Capstan è sorprendente: parte saporito, e appena si stabilizza l'accensione arriva la nota dolce che caratterizza tutta la prima metà fumata, ma giunti a metà al dolce si aggiunge una nota di tostatura, molto gradevole ed equilibrata, fino alla fine della fumata, dove il sapore giunge al massimo e regala una chiusura eccezionale; l'intera fumata rimane dolce, ma il sapore evolve, diventa più complesso ed è interessante compiere lievi boccate per stabilire che sapori si stanno manifestando in fumata.
Se acquisterete (o se possedete già) una latta nuova, il sentore di fieno sarà più marcato, e in fumata sarà più avvertibile una nota saporita e lievemente acidula; tengo però a precisare che questo tabacco è ottimo una volta invecchiato di qualche anno, almeno 4-5, quindi consiglio a tutti una volta assaggiato "fresco" di acquistarne un po' da destinare a tale scopo.

Per quanto riguarda il Dunhill Flake, è tutto un'altro mondo: aperta la latta il profumo è dolce, molto dolce, quasi con note di agrumi; la lavorazione fra le mani è semplicissima, e il tabacco risulta molto filamentoso, più simile ad una mixture che non ad un flake rubbed, comodissimo per essere caricato senza problemi.
L'accensione è immediata, in quanto il tabacco possiede un'insolita umidità ideale, e la fumata prosegue senza intoppi fino alla fine, scaldando relativamente; i sapori che si sviluppano in questo caso sono meno differenziati rispetto al Capstan, il Dunhill "evolve" meno in fumata, restando stabile come gusto.
L'aggettivo principale che gli conferirei è "Dolce", caratteristica subito avvertibile dalle prime boccate, perdura uniformemente fino a termine fumata, pur venendo lievemente messa in ombra dal sapore che verso fine fumata tende ad aumentare di corpo, come normalmente accade, pur lasciando il gusto dolce e fruttato.
Di sicuro nutro ottime aspettative nei confronti di questo tabacco una volta che sarà invecchiato, in quanto già da "fresco" presenta ottime credenziali; ne ho già destinate 3 latte a questo scopo, sperando di resistere alla tentazione di fumarmeli prima del tempo prestabilito.

In conclusione: Questi due tabacchi sono veramente eccezionali, differenti per gusto e molto caratteristici, di essi purtroppo solo il Capstan è reperibile in Italia, ma auspico che in futuro l'importazione dei Dunhill già presenti in territorio si espanda anche a questo ed altri tabacchi (come ad esempio il DeLuxe Navy Rolls).
L'accoppiata Capstan-Corn Cob regala una fumata dolce, piacevole e soddisfacente, con un occhio di riguardo al portafoglio (le pannocchie rendono perfettamente e sono più economiche della radica); consiglio dunque a tutti coloro che non hanno mai assaggiato questo tabacco di provarlo, magari proprio con una pannocchia.
 









domenica 1 novembre 2015

St.James Plug: il "mattone" della Louisiana

Mi era già capitata l'occasione di provare il St. James Flake, un interessante connubio fra Virginia e Perique prodotto in casa Samuel Gawith, ma di recente ho messo le mani su 250g di St.James Plug, un mattone bello denso e compatto, un "Lardo di Colonnata" dei tabacchi, insomma, una delizia per occhi e palato.
Superata l'iniziale tentazione di prenderlo a morsi, ho deciso per un taglio sottile, meno della metà dei flake Samuel Gawith classici (che per inciso sono uno diverso dall'altro, ma questa è un'altra storia), e già solo l'atto del taglio vale il gusto di prendersi questa meraviglia: di preciso non so paragonarlo ad altro materiale, ma la sensazione di affondare il coltello e vedere la fetta staccarsi è impagabile.

Per tale uso ho optato per un semplicissimo e comodissimo Opinel n.9, grande abbastanza per le mie manazze, comodo e non ingombrante, non costa una follia (15€ qui a San Marino, altrove non so), la lama taglia in maniera impeccabile, insomma, fa egregiamente il suo lavoro.

Creata la fetta, (cosa molto comoda, perché il restante tabacco rimane compatto e umido al punto giusto, non come il flake che poi va Bormiolizzato altrimenti secca), ho iniziato a lavorarla con le mani, constatando che a differenza dei flake qui non emergono troppi filamenti, il tabacco rimane "granuloso", pur non inficiando affatto la fumata.
Per la pipa ho optato per una semplice Corn Cob (pannocchia), caricamento a pressione minima, quasi solo a caduta aggiustandone la posizione con dei colpetti laterali.

Con un po' di fortuna l'accensione è abbastanza semplice, chiaramente occorre tenere conto dell'umidità del tabacco, ma se la fetta creata è sottile, il tabacco brucerà semplicemente.
In fumata è totalmente diverso dal St.James Flake, il Perique emerge di più, e il Virginia sprigiona una dolcezza inimmaginabile; contrariamente a quanto pensavo prima di provarlo, se tagliato sottile si riesce ad evitare il classico problema dell'umidità dei SG, e la fumata procede tranquilla e fresca.

Rispetto all'omonimo Flake questo tabacco risulta come sapore molto più simile al Dunhill DeLuxe Navy Rolls (di cui ho  già accennato un metodo alternativo di caricamento da me sviluppato), è meno aggressivo, più fresco e speziato pur rimanendo dolce e piacevole per tutta la fumata.
Altra variante interessante che offre il Plug è la possibilità di "scubettare", ovvero tagliare a sua volta la fetta nel verso opposto alla venatura del tabacco, così da scomporlo in piccoli cubetti da caricare a caduta nella pipa, rendendo la fumata più intensa di sapore.

Questo piccolo gioiello purtroppo non arriva in Italia, ma una capatina in Svizzera può togliervi "facilmente" questo sfizio.